Un campetto e un pallone per ritrovare la gioia della vita
Carissimi del Csi, tutti sanno che invecchiando si peggiora, fatti salvo il vino, il legno, le opere d’arte… e il sottoscritto. Da giovane ero così balordo che invecchiando potevo solo rinsavire. Però, anche nella mia follia giovanile, ho fatto delle cose che viste expost, sembrano indovinate. Ad esempio: arrivato pretino fresco a Borgata Primavalle di Roma, negli anni sessanta (del secolo scorso), disperato perché i giovani venivano lasciati allo sbando, mentre il mio parroco si sbracciava giorno e notte per invitare alla catechesi, ho trovato la salvezza, bussando a via della Conciliazione 1. Sul portone tra i pulsanti, uno diceva: Csi. Raggruppava gente convinta che il mondo può cambiare attraverso le cose semplici, come il gioco. Banalità? Assurdità? Impossibile? Mi hanno dato quattro soldi, ho allestito alla bellemeglio un campetto polivalente (dicasi polivalente perché in quei pochi metri quadrati succedeva di tutto) e, nel giro di alcuni anni, quasi ottocento ragazze e ragazzi si sono salvati. Nel frattempo il parroco era ancora là, con i suoi dieci o dodici, a sbracciarsi, arrabbiato perché glieli avevo distolti. Da quel campetto sono usciti catechisti, giocatori, seminaristi, banditi, tossicodipendenti, politici, una suora di clausura e Paolo Valenti, sportivo persino nel suo modo di sorridere! Cosa è successo? Me lo domando ancora. Quale strano alambicco e quale stregoneria ha fatto sì che da pochi metri di asfalto uscissero donne e uomini straordinari? Dimenticavo: un vostro dirigente: Duilio Olmetti, provetto organista, ha scelto tra gli ottocento, un coretto che animava la liturgia, cantando nella chiesetta di via Martino Quinto le messe di Perosi e i salmi di Benedetto Marcello. A quel punto il parroco si convertì. Sport e musica, gioco e canto, urla e preghiere, bambini e genitori hanno cambiato Primavalle. Da qualche parte ho letto che Dio rispetta chi lavora, ma ama chi gioca e canta. Anche Dio è un “sempliciotto”? Conoscendo quali potenzialità possedete voi del Csi, ho ripreso in mano la penna. La disperazione di quegli anni si è trasformata in miopia progettuale e in depressione spirituale. Non si è fermata a Primavalle e sta infestando l’Italia intera. Morti assurde, giovani demotivati, adulti imborghesiti, cronache quotidiane devastanti. I soliti strizzacervelli politicanti sono riemersi rinfrescando penose teorie, con un ingrediente in più: la sicurezza. Per cui oggi la salvezza dell’Italia, secondo loro, arriverà sulle formule di nuova coniazione: sicurezza, galera prolungata, raddoppio forze dell’ordine, unità cinofile ovunque, scuole presidiate, discoteche controllate. Voi, invece, folli, tornate alla semplicità evangelica. Amicizia, fede, passione, festa, gioco e tremenda voglia di camminare insieme. Fate la rivoluzione giocando. Liberate gli aquiloni che nascondete tra le insenature della vostra dirompente adolescenza. Scatenate arcobaleni dove gli altri annunciano tempeste e apocalissi. Sperate contro ogni disperazione. Calzate l’infradito, seppellite con il coraggio l’amarezza delle cassandre 2000. Il nostro Dio, che ha fatto l’uomo con un po’ di fango, che l’ha redento con un pezzo di pane, non farà fatica a liberarci da questa anoressia dell’anima, offrendoci un campo, due palloni “irregolari”, abbracci liberatori, un Padre Nostro convinto! Buttatevi il borsone sulle spalle e andate. A chi crede basta poco per fare il possibile, basta un niente per fare l’impossibile. Perché c’è Lui!
Antonio Mazzi